Osteopatia Dinamica Evolutiva:
il corpo umano

Un palazzo a cinque piani

Il corpo umano è un ingegnoso sistema dinamico complesso, progettato per vincere la gravità. La posizione eretta è resa possibile da una serie di strutture biofisiche che contrastano in modo funzionale la gravità, una forza che va dall’alto verso il basso, con un’inclinazione di 90 gradi rispetto al suolo. La più importante di queste strutture è la colonna vertebrale. A seguire ci sono i diaframmi: restrizioni trasversali rispetto alla direzione longitudinale del corpo. Se la colonna vertebrale e lo scheletro sono l’intelaiatura del palazzo, i diaframmi sono i vari piani: la colonna, alcuni muscoli e le fasce vanno dall’alto verso il basso secondo una direzione longitudinale, mentre i diaframmi si intersecano alle fasce trasversalmente. Da un punto di vista osteopatico, i diaframmi sono complessivamente cinque: il pavimento pelvico, il diaframma toracico, lo stretto toracico superiore, il pavimento buccale e il tentorio del cervelletto. La forza di gravità è un fattore fisso e determinato a cui la colonna vertebrale e i diaframmi si devono contrapporre per garantire la posizione eretta e la deambulazione. Pertanto, il modo in cui questa forza viene dissipata dall’alto verso il basso è fondamentale ai fini del benessere o malessere dell’intero corpo umano.

Ogni parte del corpo è interconnessa con tutte le altre

Palazzo cinque pianiLe fondamenta di questo ipotetico palazzo sono i piedi, le caviglie, le ginocchia, le anche e il bacino. Sul bacino si innesta la colonna vertebrale che si articola fino all’ultimo piano: il cranio. Snodo cruciale è la cerniera C0-C1-C2, che si trova in corrispondenza del collo. Si tratta di quel primissimo tratto della colonna vertebrale che si collega al cranio, o meglio all’occipite (C0) e si compone poi delle ossa chiamate atlante (C1) ed epistrofeo (C2).

Se è vero che, come in ogni palazzo, solo fondamenta solide garantiscono la costruzione di un edificio dritto e stabile, in osteopatia è altrettanto importante che tutti i piani (i diaframmi), insieme all’estremità superiore (la cerniera C0-C1-C2 e il cranio), siano ben fatti e “in salute”, affinché non ne risenta l’intera struttura. Dal momento che tutto è collegato con tutto, i vari “blocchi” articolari spesso sono la manifestazione tangibile di conflitti generati da disfunzioni osteopatiche che esercitano forze ascendenti che si contrappongono a disfunzioni osteopatiche che esercitano forze discendenti.

La testa

La funzione principale del cranio è quella di proteggere le varie strutture encefaliche (cervello, diencefalo, cervelletto e tronco encefalico) e gli organi di senso inclusi nella volta cranica (vista, udito, olfatto e gusto). I padri fondatori dell’osteopatia intuirono che il cranio si muove: questo movimento intrinseco è definito Meccanismo Respiratorio Primario (MRP) e viene percepito a livello tattile come una sensazione di movimento delle ossa craniche. Anche le articolazioni delle ossa craniche possono andare in disfunzione per i più svariati motivi: quando ciò accade, il movimento cranico fisiologico di flesso-estensione viene perturbato e si originano diverse disfunzioni osteopatiche che, a loro volta, inducono varie compensazioni a livello strutturale.

Scheletro-umanoLe cause delle disfunzioni osteopatiche craniche sono svariate. In neonati e bambini sono da ricondurre alla vita intrauterina durante la gravidanza, al parto e alla nutrizione nei primissimi mesi di vita (allattamento al seno o biberon). Il parto è un vero e proprio trauma per il nascituro: durante la nascita il cranio si modifica per adattarsi al canale del parto. Il rimodellamento del cranio in chiave armonica avviene nelle settimane successive al parto solo se l’eventuale disfunzione cranica registrata in precedenza non è di un’entità tale da richiedere un intervento osteopatico tempestivo e solo se il neonato sarà allattato al seno.

Le disfunzioni craniche non trattate danno origine a un cranio disfunzionale, che a sua volta impatta il corretto sviluppo delle strutture anatomiche che si trovano al suo interno. Forma e contenuto sono sempre correlati e un cranio malfunzionante può avere ripercussioni sulla funzionalità degli organi di senso (vista e udito), della bocca (occlusione) e di quella parte del sistema nervoso che gestisce i processi cognitivi, quali attenzione, memoria, percezione e ragionamento (sviluppo cognitivo). Le più svariate disfunzioni craniche possono avere un impatto anche su altri ambiti il cui funzionamento è presieduto da zone cerebrali, come la regolazione ormonale dell’intero organismo, gestita dall’ipofisi, oppure il ritmo circadiano del sonno, che è in correlazione con il tronco encefalico – giusto per fare due esempi.

Le disfunzioni craniche hanno un impatto indiretto anche sulla colonna vertebrale e sull’intera postura: cranio e colonna si condizionano a vicenda, poiché sono in relazione dinamica l’uno rispetto all’altra attraverso il tratto C0-C1-C2. Atlante ed epistrofeo si modificano per adattarsi a un cranio disfunzionale e da lì, a scendere, tutta la posizione della colonna vertebrale si adatta. Vale anche il contrario: una postura vertebrale errata causata, per esempio, da un diaframma toracico in disfunzione oppure da un problema metabolico può indurre disarmonie a livello del cranio.